Lettera della Prof.ssa Dora Liguori, Segretario Generale dell’Unione Artisti - UNAMS, al Ministro dell’Istruzione 

On. Stefania Giannini

 

Roma, 7 gennaio 2015

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

On. Stefania Giannini 

Al Sottosegretario di Stato del MIUR

Sen. Angela D’Onghia 

Al Capo del Gabinetto del MIUR

Dott. Alessandro Fusacchia 

Al Capo del Dipartimento dell’Università, della ricerca e dell’Afam del MIUR

Prof. Marco Mancini 

 

Gentile Ministro,

in occasione dell’incontro del 17 dicembre scorso fra i sindacati maggiormente rappresentativi e il Sottosegretario Sen. Angela D’Onghia, esponenti del Suo Gabinetto e il Capo Dipartimento Prof. Mancini, è stato consegnato un documento dal titolo allusivo “Chiamata alle Arti”.

Il documento, che avrebbe dovuto costituire un’espressione conclusiva di una specie di indagine svolta da Suoi tecnici sullo stato dell’Alta Formazione Artistica e Musicale italiana, al contrario, conteneva, oltre a delle scontate valutazioni, anche una serie di domande che, con ogni evidenza, gli estensori (riteniamo a Suo nome)avanzavano a noi sindacati e ad altri esponenti del settore, domande che a nostro giudizio (e non solo) sono spesso inutili e ancora più spesso risibili.

Ciò premesso, se Lei consente, è questo sindacato che invece intenderebbe avanzare una serie di precise domande alla S.V.. Infatti, dichiarazioni positive a parte che non sono mai mancate neppure con i precedenti Ministri, saremmo profondamente interessati a sapere i tempi con i quali, superando ostacoli e interferenze che esulano dalla nostra conoscenza, Ella intenderebbe avviare una serie di concrete iniziative partendo, come ovvio, dalle più urgenti e che, così di seguito, potremmo riassumere attraverso una serie, appunto, di domande:

  • Quale senso avrebbe rispondere alle domande del “questionario” circa l’assetto futuro del settore AFAM se prima chi è interpellato non conosce quali siano le risorse che il potere politico (nel caso specifico la Sua persona) intende investire sul settore?

  • Come possibile dare risposte se il Suo Dicastero, più volte sollecitato, ha, per il passato, quasi del tutto eluso problemi fondamentali (irrisolti dal ’99) e, al contrario, ha proceduto sempre a indiscriminati tagli economici e peggioramenti normativi tali da mettere spesso il settore in ginocchio?

  • Come riavviare un settore che purtroppo è oggetto di una disattenzione cronica da parte del MIUR, disattenzione di tale portata che ha più volte obbligato il Parlamento ad intervenire al posto del Ministro di turno, onde tamponare delle situazioni stagnanti e profondamente distruttive dell’AFAM, specialmente nei confronti della sua immagine all’estero?

  • Quali sono le risorse che, dopo gli ultimi tagli, nello specifico la S.V. intende recuperare per il settore?

  • Quali, in quest’ottica, le risorse per il segmento di studi inferiori della formazione professionale musicale la S.V. intende accantonare dal fondo “La buona scuola” per concludere l’iter della Riforma (Legge 508/99), ovvero per seriamente offrire ai cittadini la possibilità di studiare musica a livello professionale in strutture idonee e con docenti specificamente qualificati come avviene nel resto d’Europa e nel mondo?

  • Come è possibile, da parte del MIUR, procedere con la richiesta di un’offerta puntuale da parte delle istituzioni AFAM, tenendo conto che siamo ancora in regime di una Riforma attuata a costo zero?

  • E per quanto ancora un personale mal pagato debba continuare ad assicurare la sopravvivenza delle istituzioni AFAM, con grande senso del dovere, nonostante che l’organico sia bloccato da quasi venti anni?

  • Quando, tralasciando interessi particolari, si vorrà concludere l’iter della già citata Riforma e nell’interesse degli studenti dare al titolo italiano il livello universitario (3 + 2) la stessa dignità attualmente in godimento delle istituzioni consimili in Europa?

  • E’ possibile accettare la disgraziata evenienza che un settore così rappresentativo per l’Italia debba miseramente sopravvivere a causa di un’accentuata disattenzione e spesso di una eccessiva lentezza gestionale dovuta alla mancanza di un saldo e chiaro indirizzo politico la cui esistenza potrebbe, invece, far riconoscere (e non solo a parole) la valenza degli studi artistici e musicali, ovvero di quegli studi che pongono le Istituzioni AFAM fra le più richieste nel mondo?

  • La S.V. è a conoscenza che i fondi concessi ad una sola Università sono superiori a quanto lo Stato eroga per tutte le Istituzioni AFAM?

  • Quando intende intervenire per sanare l’assurda e deplorevole situazione dei docenti di 2^ fascia che, puntualmente privati di una giusta progressione di carriera, non riescono, dopo anni, a vedersi riconosciuto ancora il loro sacrosanto diritto di transitare in 1^ fascia?

  • Quando, sempre la S.V., vorrà attivare i Suoi uffici per l’emissione dei regolamenti mancanti (v. legge 508) con particolare attenzione al reclutamento, tenendo conto del precariato esistente?

  • Quando si tornerà all’indispensabile sistema di agevolare la libera professione (garanzia di qualità della docenza) con un processo di semplificazione delle procedure burocratiche, nonché si vorrà far ritorno all’anno sabatico, fondamentale istituto per assicurare i processi di ricerca?

  • Quali le prospettive di crescita e di riqualificazione professionale per il personale amministrativo e tecnico (mobilità professionale orizzontale e verticale, come avvenuto nelle altre Pubbliche Amministrazioni), personale che costituisce un indispensabile sostegno per l’attuazione e lo sviluppo della Riforma?

  • Quali le modalità (lettera di indirizzo) che la S.V. ha avviato presso l’ARAN, condizione indispensabile per procedere almeno ad una contrattazione di tipo normativo e quali i termini che dovrebbero regolare detta contrattazione, tenendo presente che nelle Istituzioni AFAM sempre più andrebbero accentuati i livelli di autonomia già previsti nella legge 508?

Queste, gentile Ministro, alcune delle esigenze prioritarie dell’AFAM che non possono, con ogni evidenza, essere risolte inoltrando risposte a formulari generici. E ciò tenendo anche presente che simili esigenze sono state innumerevoli volte già avanzate da noi e da altri. Pertanto, agendo in questa poco felice realtà, siamo noi che dobbiamo, appunto, attendere risposte dalla S.V. poiché, se è pur vero che una richiesta di compartecipazione sociale, per risolvere problematiche varie di un settore, può significare un segnale di democrazia partecipativa, è pur vero che, nel caso specifico, la pluralità delle opinioni e soprattutto dei particolari interessi non indifferenti ruotanti intorno al settore e che hanno già prodotto un rilevante contenzioso, potrebbe risolversi nella creazione di una miscela velenosa ancorché carica di pericoli capaci di bloccare, di seguito, anche il più volenteroso dei Ministri.

In sintesi al settore AFAM occorre ciò che fin qui è sempre mancato: attenzione qualificata; rispetto verso le difficoltà, ancor poco conosciute, esistenti in una formazione artistica e musicale al più alto livello; dignità per un personale tra i più qualificati nel mondo e, infine, il concreto avvio di una serie di procedimenti volti ad allineare le nostre istituzioni artistiche e musicali alle similari istituzioni europee (ovvero riconoscimento pieno delle prerogative universitarie). E, come Lei ben sa, essendo queste scelte squisitamente politiche, le medesime non possono che essere prerogative dei Ministri e dei Governi in carica.

Per concludere riteniamo che dopo 15 anni dalla Riforma il “tempo della parola” sia terminato e che, oggi, se non vogliamo celebrare un “De profundis” per le Istituzioni AFAM occorra passare all’azione ma un’azione che non sia, come avvenuto per il passato, spesso punitiva, e tenga invece presente una corretta applicazione delle vigenti leggi e soprattutto della Costituzione.

Gentile Ministro, consapevoli di aver testimoniato, in un settore gravato da inutili “bizantinismi”, la pura e semplice, ancorché sgradevole, verità, ci auguriamo che, anche se non direttamente, Lei voglia risponderci con i fatti, e comunque Le formuliamo auguri sinceri di buon anno e di proficuo lavoro.

 

Il Segretario Generale

Prof.ssa Dora Liguori